Il primo passo per sviluppare progetti scientifici e operativi sull’argomento “Patrimonio culturale e Rischi” è quello, naturalmente, dell’identificazione e classificazione dei rischi, che possono essere suddivisi, grosso modo, in tre fasce:
- rischi “tecnologici” (dipendenti cioè dalle tecniche con cui antichi manufatti ed edifici sono stati prodotti e costruiti),
- rischi ambientali (variazioni climatiche, alluvioni, terremoti…),
- rischi “antropici” (derivanti da comportamenti umani: incuria, eccessivo numero di visitatori, vandalismo…).
Il secondo passo riguarda le azioni da intraprendere, che attengono, essenzialmente, a due ambiti, tra loro strettamente collegati:
- inventario,
- prevenzione.
Una tale progettualità, già sviluppata in paesi all’avanguardia nell’affrontare queste problematiche (ad esempio la Francia), in Italia (la nazione con il maggiore patrimonio artistico e culturale al mondo) è ancora in grave ritardo.
L’obiettivo del CISA è di favorire l’interazione tra responsabili dei beni artistici e culturali, studiosi di scienze attuariali e gestione dei rischi, oltre a vari tipi di esperti “tecnici” (restauratori, ingegneri, geologi, climatologi…), al fine di elaborare progetti scientifici che possono tradursi in azioni altamente efficaci ed innovative.
Una prima iniziativa in tal senso è stata costituita dalla Conferenza tenuta congiuntamente il 28 settembre scorso all’Università La Sapienza dalla dott.ssa Eva Degl’Innocenti, direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto e dal prof. Marcello Galeotti, presidente del CISA.
Conferenza Rischi Patrimonio (leggi)
Innovative financial instruments for mitigating flood risks (leggi)
Marcello Galeotti
“Strumenti finanziari e attuariali per la gestione e mitigazione dei rischi del patrimonio ambientale e artistico”